Commenti e deduzioni

Mi farebbe piacere che coloro che hanno consultato le sezioni: “ Premessa ” e “Grafici e foto” di questo sito possano approfittarne anche per farsi delle opinioni, magari non precise (non sono specialisti in materia), ma certo ben giustificate, basate su osservazioni reali, numeriche e non sui soliti “mi hanno detto… ho sentito da questo… da quello… ho visto in TV…”, che troppo spesso circolano in tema di Agopuntura e che consentono di affermare di tutto ed il contrario di tutto nello stesso tempo, lasciando così la gente ancora piena di dubbi.

Queste osservazioni che mi consento di porre in evidenza, dovrebbero consentire a chi mi sta leggendo di trarne dei vantaggi in termini di salute sua personale, ma anche del suo portafoglio (… e coi tempi che corrono, anche questo aspetto diviene importante).

Per poter far questo, ho riassunto in un grafico la media di 50 sintomi (dolori di vario tipo ed origine, raffreddori comuni ed allergici, asme, foruncolosi, pruriti, insicurezze, ansie, rabbie, ecc.) che rappresentano una parte di quelli che hanno risposto ai trattamenti d’Agopuntura Tradizionale Cinese effettuata con Luce Colorata.
Ne è risultato il grafico riportato qui sotto che indica come evolve mediamente un sintomo dopo 1 trattamento d’Agopuntura con Luce Colorata.

A sinistra:
il valore “10” indica l’intensità massima del sintomo cioè: il dolore, il raffreddore… ecc. più forte che il paziente abbia mai avuto.
Il valore “0” indica l’assenza assoluta del sintomo, il benessere completo.
Se il sintomo è scomparso ma è rimasta una sia pur vaga e lieve sensazione, questa situazione è indicata col valore “1”.
In basso sono indicati giorni che passano dopo il trattamento d’Agopuntura con Luce Colorata.
La curva gialla indica come è evoluto il sintomo dopo il trattamento (indicato con una linea verticale rossa) col passare dei giorni.
Il primo valore è sempre quello del giorno prima del trattamento.

 
Da questo grafico possiamo trarre un riassunto:
    
mediamente un sintomo  si presenta con intensità 6
    
mediamente un sintomo  quando risponde ad un trattamento         raggiunge l’intensità 2
    
mediamente un sintomo  quando risponde ad un trattamento         lo fa in circa 8-9 giorni.

Ecco, queste sono
considerazioni semplici e banali… ma reali, dedotte da numeri forniti dagli stessi pazienti (io mi sono limitato a metterle sotto forma di grafico) e non frutto di opinioni, da cui possiamo trarre delle conclusioni importanti per la salute vostra e del vostro borsellino.

In condizioni normali, il trattare frequentemente (1,2,3 volte a settimana), non serve perché il trattamento precedente sta ancora “lavorando”.
Il farlo ripetendo sempre gli stessi punti, forse potrebbe rendere gli effetti più rapidi, ma non è detto che sia così (comunque io non lo faccio mai).
Il farlo modificando i punti, ritengo sia addirittura controproducente, perché i diversi effetti certamente si sommano, potenziandosi oppure annullandosi del tutto o almeno in parte, o comunque creando un’interferenza reciproca che rende poi difficile (per chi lo vuol fare) seguire e comprendere la reale evoluzione dei fenomeni.

Sono dell’opinione che i trattamenti vadano tenuti distanziati di almeno 10 giorni (personalmente preferisco 15 giorni) in modo da poter agire col trattamento successivo in una situazione di stabilità, che a sua volta funga da riferimento per valutare il trattamento successivo.
Si può certo agire anche a pochi giorni di distanza da un trattamento, ma solo in condizioni di emergenza: quando vi è l’evidenza che quel trattamento non ha fatto alcun effetto o l’effetto è assolutamente insufficiente (ed il grafico ci dice che per valutare questa situazione con una certa sicurezza occorre attendere almeno 3-4 giorni) ed il sintomo è ancora molto intenso o insopportabile.

Quando i sintomi sono stati ridotti a livello di “fastidio” o poco più, personalmente ritengo corretto distanziare ulteriormente i trattamenti a 20 – 30 giorni.
Non essendo più “ricattati” dall’elevata intensità dei sintomi, si può cercare ora di agire su di essi anche tramite gli squilibri predisponenti, cioè su quelle che probabilmente sono state le vere cause, le debolezze, che hanno consentito l’instaurarsi di quei sintomi, della malattia.